Il biologo ucraino Leonid Pshenichnov si trovava in Crimea, nella città di Kerč’, per fare visita alla sua famiglia quando l’esercito russo lo ha arrestato con l’accusa di “alto tradimento” e da quel momento non è chiaro dove sia detenuto né per quanto lo resterà. Del suo arresto, avvenuto lo scorso settembre, non si è saputo nulla per settimane, finché – alla fine di ottobre – la sua detenzione è stata resa pubblica. Il caso di Pshenichnov non riguarda un singolo scienziato, semmai una disputa internazionale che comprende guerra, protezione ambientale e diplomazia tra Asia, Antartide ed Europa.

Pshenichnov, che ha 70 anni, è esperto di ecosistemi antartici e di biologia marina: se non fosse stato arrestato, in quei giorni sarebbe partito per Hobart, in Australia, per partecipare alla conferenza sull’Antartide organizzata dalla Convenzione per la protezione delle risorse marine viventi in Antartide. Alla conferenza, Pshenichnov avrebbe appoggiato la creazione di nuove aree marine protette nella zona della penisola Antartica, cioè quella parte di continente che si spinge più vicino all’America del Sud. La creazione di queste aree marine protette è necessaria per salvaguardare il krill antartico dalla sovrapesca che, da almeno un decennio, si teme possa mettere a rischio interi ecosistemi oceanici. Per capire l’importanza dell’arresto di Pshenichnov bisogna anzitutto capire quella del krill.