Il 1975 è stato innegabilmente un anno d’oro per il cinemaQualcuno volò sul nido del cuculoBarry LyndonQuel pomeriggio di un giorno da caniLo squalo, sono le opere che si sarebbero poi contese i tanto ambiti premi Oscar l’anno successivo. Opere che parlano di alienazione, libertà personale, disillusione, ribellione, ossessione per il controllo, riflettendo in modo radicale i cambiamenti di una società in fermento. Fu un annata particolarmente florida e determinante, un periodo in cui il cinema sperimentava, osava spingersi oltre i confini narrativi tradizionali e affrontava tematiche sociali con un’intensità nuova. Nel 1975 le sale cinematografiche si riempivano di storie che tentavano di riflettere la complessità del mondo contemporaneo, attraverso individui tormentati, contraddittori, spesso alla deriva, esattamente come Randle Patrick McMurphy, interpretato da Jack Nicholson.

Qualcuno volò sul nido del cuculo, che compie 50 anni, è un’opera che non ha avuto una semplice realizzazione. Il bestseller di Ken Kesey, che lo aveva scritto basandosi sulla sua esperienza diretta, aveva suscitato numerosi tentativi di trasposizione cinematografica nel corso degli anni, primo tra tutti da Kirk Douglas, che acquistò i diritti per poi portarlo a teatro. Tuttavia, nessuno voleva rischiare: le tabelle dei profitti di Hollywood mostravano chiaramente che nessun film sulla malattia mentale aveva mai avuto successo commerciale.